
Responsabilità dei debiti tributari del Presidente dell’associazione
Responsabilità del Presidente per i Debiti Tributari nelle Associazioni Non Riconosciute. Vediamo cosa dice una recente sentenza della corte di Cassazione.
La recente giurisprudenza della Corte di Cassazione torna a chiarire un tema cruciale per tutte le associazioni non riconosciute: quando e in che misura il presidente (o chi agisce per l’associazione) risponde personalmente dei debiti tributari dell’ente. Di questa tematica ne abbiamo parlato più volte nel blog di Asso360.
La decisione analizza e amplia il principio contenuto nell’art. 38 del codice civile, offrendo indicazioni importanti per chi riveste ruoli di responsabilità nelle realtà associative.
1. Il principio generale: responsabilità legata all’attività svolta, non al titolo formale
Secondo l’art. 38 c.c., chi agisce in nome e per conto dell’associazione non riconosciuta risponde personalmente e solidalmente delle obbligazioni assunte.
La Cassazione ribadisce che:
- la responsabilità non deriva automaticamente dall’essere presidente o rappresentante;
- ciò che conta è l’attività negoziale concretamente svolta, che abbia generato obbligazioni per l’associazione.
In altre parole, non basta il ruolo formale: occorre aver effettivamente operato nella gestione associativa e aver posto in essere atti che abbiano prodotto obblighi per l’ente.
2. Applicazione ai debiti tributari: una responsabilità che nasce dalla legge
La Corte chiarisce che questo principio vale anche per i debiti di natura tributaria, pur presentando essi caratteristiche proprie.
A differenza dei debiti derivanti da contratti:
- i tributi nascono ex lege, automaticamente al verificarsi del presupposto d’imposta;
- ciò non impedisce che anche per questi il presidente o chi ha gestito l’associazione risponda in modo personale e solidale.
La responsabilità riguarda sia il tributo non pagato, sia le sanzioni pecuniarie e può essere accertata anche in via presuntiva, sulla base del ruolo ricoperto e della gestione svolta nel periodo di riferimento.
3. Cambio di presidente: il subentrante può essere responsabile
Uno degli aspetti più significativi della sentenza riguarda il caso, molto frequente, del cambio di presidente o rappresentante legale e dell’accertamento delle responsabilità in caso di sanzioni che riguardano un periodo precedente.
La Cassazione afferma un principio chiaro:
- nel diritto tributario vale l’autonomia rispetto al diritto civile;
- la responsabilità del presidente non si limita al periodo in cui ha materialmente gestito l’ente.
Il nuovo presidente, infatti:
- deve presentare la dichiarazione dei redditi dell’associazione;
- è tenuto ad apportare correzioni o integrazioni delle dichiarazioni precedenti, se necessarie.
Per questo motivo, non può essere totalmente esentato da ogni responsabilità solo perché non era in carica nel periodo in cui è sorto il debito.
A tal proposito la responsabilità del Presidente in catica di una associazione può riguardare periodi d’imposta precedenti al suo mandato o addirittura intere annualità, ad esempio nel caso di dichiarazioni integrative.
Questa interpretazione serve anche a evitare comportamenti elusivi come cambi di carica strumentali.
4. Cosa valuta il Fisco per attribuire responsabilità
Per accertare la responsabilità personale del rappresentante legale, il consiglio che possiamo dare a tutte le associazioni è di verificare:
- La partecipazione alla gestione dell’associazione, ossia il ruolo effettivo svolto (il principio di democraticità della vita associativa);
- Il corretto adempimento degli obblighi fiscali, compresa la presentazione (o la mancata presentazione) delle dichiarazioni;
- Il presidente che non adempie ai propri doveri fiscali può essere ritenuto responsabile anche per situazioni pregresse, proprio perché gli è demandato il compito di rilevarle e correggerle.
5. Cosa devono sapere e fare le associazioni
In conclusione cosa possiamo dire?
La Cassazione conferma una lettura rigorosa della responsabilità del presidente nelle associazioni non riconosciute:
anche per i debiti tributari, chi dirige l’ente può rispondere personalmente e solidalmente, indipendentemente dal fatto che il debito sia sorto durante il suo mandato.
Per le associazioni, questo rappresenta un invito alla buona amministrazione; per i presidenti, una ragione in più per adottare attenzione, prudenza e trasparenza nella gestione.
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